Benvenuti sul blog di Daniele Molinar, titolare di Cerea Travels. Oggi vi guiderò attraverso un affascinante viaggio culinario alla scoperta delle tipologie di pasta piemontese. La cucina piemontese è ricca di storia, tradizioni e sapori unici che riflettono la cultura e il territorio di questa splendida regione italiana. In questo articolo, esploreremo le diverse varietà di pasta che rendono la cucina piemontese così speciale. Dai celebri agnolotti ai particolari gnocchi ossolani, ogni tipo di pasta ha una storia e una preparazione che vale la pena conoscere. Alla fine dell’articolo, scoprirai anche come partecipare ai nostri corsi di cucina per imparare a fare la pasta fresca piemontese direttamente dalle nonne del luogo. Preparati a immergerti in un mondo di sapori autentici e tradizioni culinarie secolari.
Agnolotti
Introduzione agli Agnolotti
Gli agnolotti, conosciuti anche come agnulot, angelotti, langaroli o langheroli, sono tra le paste piemontesi più celebri in tutta Italia e nel mondo. Questo tipo di pasta ripiena è rappresentativo della cucina regionale, anche se le sue origini risalgono ai cuochi liguri che preparavano una versione più piccola con un ripieno di erbe aromatiche. In Piemonte, i ripieni e i condimenti degli agnolotti variano a seconda della zona.
Varianti Regionali degli Agnolotti
Nel novarese, si utilizza come farcitura la borragine, mentre nell’alessandrino, gli agnolotti vengono insaporiti con la Barbera. A Marengo, si farciscono con cervella e animelle, e nel Monferrato si preferisce la carne d’asino. Famosi sono gli “agnolotti delle tre carni” dell’astigiano, preparati con tre arrosti diversi, e quelli di verza delle Langhe. Tra le ricette più note ci sono i “fagottini della Bella Rosina”, creati in onore di Rosa Vercellana, moglie di Re Vittorio Emanuele II, e gli “agnolotti alla Cavour”, conditi con la finanziera, un mix di frattaglie ed elementi di scarto della lavorazione dei galletti.
Storia degli Agnolotti
Questo formato di pasta ha attraversato secoli di storia. Se ne parla già ne “La Cuciniera Piemontese” del 1789, ma è solo nel “Trattato di Cucina Pasticceria moderna Credenza e Relativa Confettureria” del 1854 e poi nella “Cucina borghese di Giovanni Vialardi” del 1901 che si trovano tracce di una preparazione simile a quella attuale. La tradizione vuole che il ripieno sia preparato con carni miste, vitello e maiale in particolare, cotte a stufato e profumate con vino ed erbe, mentre come condimento viene solitamente usato il fondo di cottura delle carni.
Agnolotti del Plin
Introduzione agli Agnolotti del Plin
Tra le molte varianti di agnolotti, una nota particolare la meritano i celebri agnolotti del plin. Questi tortelli di pasta all’uovo ripieni di vitello e maiale, a volte disponibili anche nella versione verde con l’aggiunta di spinaci, sono caratterizzati dal tipo di chiusura particolare.
Caratteristiche e Condimenti
Il “plin” è il pizzicotto dato per sigillare la pasta di forma squadrata. Solitamente, vengono conditi con burro, salvia e parmigiano, oppure con sugo d’arrosto, parmigiano e tartufo, o altre salse bianche in grado di esaltarne il sapore. Un’antica tradizione vuole che questa pasta venga affogata in una ciotola di buon vino Dolcetto.
Origine degli Agnolotti del Plin
Nati nelle Langhe, gli agnolotti del plin si sono rapidamente diffusi in tutto il territorio piemontese. Questo tipo di pasta rappresenta non solo un piatto gustoso ma anche una parte importante della cultura gastronomica locale, testimoniando la capacità di trasformare ingredienti semplici in vere e proprie prelibatezze.
Cajettes
Introduzione alle Cajettes
Le cajettes sono una sorta di gnocchi, diffusi soprattutto tra la Val di Susa e la Val Chisone. In particolare, sono molto popolari nella zona di Sestriere, una località nota per la sua stazione sciistica con kilometri di piste e svariati collegamenti.
Ingredienti e Preparazione
Questi gnocchi sono fatti con patate, ortica, cipolla e farina di segale, e solitamente vengono gratinati al forno. Sono considerati un piatto “povero”, profondamente legato alla tradizione agreste del luogo, dove la patata, simbolo di ristrettezze economiche, è l’ingrediente principale.
Origine e Tradizione
Il nome cajettes deriva dalla forma allungata degli gnocchi, che ricorda il fuso utilizzato per filare la lana. Questo piatto rappresenta una parte importante della cucina delle valli piemontesi, dove le risorse naturali e la semplicità degli ingredienti sono alla base di piatti gustosi e nutrienti.
Gnocchi di Zucca
Introduzione agli Gnocchi Ossolani
Gli gnocchi ossolani sono un piatto tipico della Val d’Ossola, preparati con farina di grano, farina di castagne, zucca, patate, uova e spezie. Questi gnocchi morbidi vengono cotti in acqua bollente e conditi con burro d’alpeggio.
Storia e Preparazione
L’origine degli gnocchi ossolani risale al Cinquecento, quando i montanari scendevano a Intra e Pallanza per fare scorta di ingredienti. Al ritorno, preparavano il pasto con le materie prime a disposizione, come grano, patate e castagne.
Significato Culturale
Gli gnocchi ossolani rappresentano un legame con la tradizione montanara del Piemonte, dove la cucina era basata su ingredienti locali e tecniche di conservazione antiche. Questo piatto è un esempio di come la cucina piemontese riesca a trasformare ingredienti semplici in piatti ricchi di sapore e storia.
Ravioles
Introduzione alle Ravioles
Le ravioles sono un prodotto nato fra le comunità dei Walser, anticamente stanziate nelle valli dell’alto Piemonte, e legato alla tradizione ligure. Questa pasta ripiena è parte della “cucina bianca”, una tradizione gastronomica delle Valli Occitane del cuneese.
Preparazione e Varianti
La farcia delle ravioles varia a seconda della zona, utilizzando i formaggi tipici locali. Tradizionalmente, le ravioles vengono fritte e poi cotte nel latte, in particolare nelle valli biellesi, ma esistono anche versioni lessate e condite con prodotti di stagione.
Importanza Culturale
Le ravioles rappresentano un legame con la tradizione culinaria delle valli piemontesi, dove ingredienti semplici venivano trasformati in piatti gustosi e nutrienti. Questo tipo di pasta è un esempio di come la cucina piemontese riesca a preservare e valorizzare antiche tradizioni culinarie.
Tajarin
Introduzione ai Tajarin
I tajarin sono una delle paste più note della cucina piemontese, caratterizzati da un colore giallo acceso dovuto alla presenza abbondante di tuorli d’uova. Diffusi soprattutto nel territorio delle Langhe, i tajarin sono uno dei piatti simbolo locale.
Storia e Preparazione
Già al tempo di Vittorio Emanuele II, i tajarin erano uno dei piatti più in voga. In passato rappresentavano il pasto delle feste, spesso conditi con olio e acciughe oppure burro e funghi. Oggi, vengono conditi con vari ingredienti, dal ragù di frattaglie al tartufo bianco di Alba.
Importanza Culturale
I tajarin rappresentano un esempio di come la cucina piemontese riesca a preservare antiche tradizioni culinarie, creando piatti che riflettono la storia e la cultura della regione. Questa pasta è un simbolo della cucina piemontese, celebrata per la sua semplicità e il suo sapore ricco.
Conclusione
Il Piemonte è una regione ricca di tradizioni culinarie e sapori unici, e la pasta piemontese ne è un perfetto esempio. Ogni tipo di pasta racconta una storia di cultura, territorio e passione per la buona cucina. Da Cerea Travels offriamo l’opportunità di immergersi in queste tradizioni attraverso i nostri corsi di cucina autentica piemontese. Durante i nostri viaggi, potrai imparare a fare la pasta fresca piemontese direttamente dalle nonne del luogo, che custodiscono i segreti di quest’arte. Unisciti a noi per vivere un’esperienza culinaria indimenticabile e scoprire i sapori autentici del Piemonte.
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